Che cosa è il Bail-in? Nuove regole sulla gestione delle crisi bancarie
La nuova normativa prevede l'introduzione del meccanismo del bail-in (letteralmente "salvataggio interno"), che può essere applicato dall'Autorità preposta (la Banca d'Italia nel nostro Paese) come strumento risolutore, solo se necessario e nei casi più gravi, di crisi finanziaria della banca. Tale strumento consente, al ricorrere delle condizioni di risoluzione, la riduzione del valore delle azioni e di alcuni crediti o la loro conversione in azioni, per assorbire le perdite della banca, evitando così la sua liquidazione.
La logica del bail-in prevede che chi investe in strumenti finanziari più rischiosi sostenga prima degli altri le eventuali perdite o la conversione in azioni. Solo dopo aver esaurito tutte le risorse della categoria più rischiosa, si passa alla categoria successiva, che sarà meno rischiosa della precedente.
Seguendo questo meccanismo, si sacrificano dapprima gli azionisti della banca, riducendo o azzerando il valore delle loro azioni; successivamente si interviene sui detentori di obbligazioni subordinate, fino ad arrivare alle altre categorie di creditori meno subordinati; ed in ultima battuta vengono interessati i titolari di depositi per l'importo eccedente i 100.000 euro.
Rimangono espressamente esclusi dal bail-in i depositi fino a 100.000 euro, in quanto continuano ad essere protetti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, nonché le passività garantite (covered bond) e i debiti verso dipendenti, fisco, enti previdenziali, fornitori.
Tale strumento di risoluzione pertanto consente alla banca di continuare ad operare ed a offrire i servizi finanziari alla collettività senza comportare costi per i contribuenti, dato che le risorse finanziarie per la stabilizzazione provengono da azionisti e creditori per l'8% del passivo della banca in crisi, al quale seguirà il Fondo Europeo di Liquidazione che potrà coprire al massimo un ulteriore 5% delle passività della banca.
Dal 1° Gennaio 2016, data in cui questa direttiva europea entrerà in vigore in Italia, è bene che la clientela valuti ancor più consapevolmente i fattori di rischio nel momento in cui affida il suo denaro alla gestione di una banca, e tutti i clienti dovranno essere al corrente dell'esistenza della possibilità di dover partecipare con le proprie azioni o crediti o depositi alla risoluzione di un eventuale crisi della banca nella quale hanno riposto la loro fiducia.
Ai fini di una corretta consapevolezza dei rischi che corre, il cliente può valutare la solidità della banca controllando un indicatore denominato CET 1 ratio, dato dal rapporto percentuale tra il patrimonio della banca e l'insieme delle attività ponderate per il rischio. Più alto è questo valore percentuale più la banca viene considerata solida: nella media, il CET 1 ratio del sistema bancario italiano al 31/12/2014 era pari all'11,8%; alla stessa data, il CET 1 ratio della Banca della Provincia di Macerata si collocava al 12,95%. Naturalmente, questo indice non è l'unico significativo, ma lo stesso, unitamente a corrette informazioni di carattere più generale acquisibili direttamente dalla Banca, può mettere la clientela in condizione di comprendere la rischiosità della Banca nel suo complesso e quindi scegliere il proprio Istituto in maniera più consapevole e ragionata.
Per ulteriori informazioni sull'argomento si rimanda al documento ufficiale di Banca d'Italia:
https://www.bancaditalia.it/media/approfondimenti/documenti/QA_gestione_crisi_bancarie.pdf
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